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MONTEMONACO |
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Mons Daemoniacus. Secondo la leggenda era questo l'antico nome del paese, dovuto alla pratica di culti pagani legati alla grotta della Sibilla e al lago Pilato. Poi, nell'Alto Medioevo, su questo insediamento arroccato a 980 metri, proprio di fronte al Monte Sibilla, salirono i monaci benedettini. Essi diedero un forte impulso alle attività e all' organizzazione del territorio. Si formarono così i primi nuclei di abitazioni dei coloni ai quali vennero affidate le terre possedute dai religiosi per coltivarle. Così, già alla fine del X secolo, Montemonaco costituiva un piccolo paese che, sotto la guida spirituale e morale dei monaci, divenne negli anni successivi un importante punto di riferimento del territorio montano. |
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Da piazza Roma (1), uno sguardo dalla terrazza panoramica per poi giungere al Palazzo Comunale con la torre civica (2) del ’300; si prosegue fino alle due chiese di San Biagio (sec XV) e San Benedetto Abate (sec XIII) (3). All’interno di quest’ultima si trovano un Crocifisso in legno policromo di fine quattrocento, un affresco di scuola crivellesca, raffigurante Cristo crocifisso tra la Vergine e S. Lucia, un reliquiario del XVI secolo in argento, che custodisce le reliquie del braccio di S.Benedetto. Attraversando i giardini pubblici (4) si possono osservare i resti delle mura castellane (5) intervallate da tre torrioni e un suggestivo panorama sui massicci del M. Vettore e del M. Sibilla (6). Proseguendo si arriva alla porta S. Biagio (7). Oltrepassatala, si giunge al Parco Monteguarnieri (8). Proseguendo si arriva in piazza Risorgimento (9). Il percorso attraverso le vie del borgo si conclude con i resti, inglobati all’interno delle mura, di porta San Lorenzo (10). Splendida la villa Curi (11), sede del Museo della Grotta della Sibilla. |
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